Titolo | BANDO PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI SOSTEGNO ALLO STUDIO, RICERCA E SPERIMENTAZIONE APPLICATA NEL SETTORE DEL TARTUFO |
Ente finanziatore | Regione Piemonte |
Obiettivi ed impatto attesi | Sono di seguito individuate le linee obiettivo, considerati i temi primari sui quali la Regione Piemonte intende concentrare i propri interventi di sostegno. Le proposte progettuali di ricerca, sperimentazione, dimostrazione e divulgazione nel settore del tartufo e della tartuficoltura, al fine di essere ammesse al finanziamento di cui all’articolo 3, comma 1, lettera a) della legge regionale 16/2008, sulla base delle presenti disposizioni, devono, pertanto, coordinarsi con le suddette linee guida prioritarie, come di seguito riportate:
1) Salvaguardia ambientale e gestione degli ambienti produttivi naturali L’obiettivo che si pone questa linea di ricerca è quello di censire e caratterizzare gli ambienti produttivi, sperimentare le modalità colturali del bosco mirate espressamente al mantenimento e miglioramento dell’habitat e all’incremento produttivo del tartufo o al recupero produttivo (micoselvicoltura), in particolare per la salvaguardia degli ambienti produttivi di T. magnatum, unico tartufo a non essere ancora coltivato con successo. 2) Studio e conservazione della biodiversità tartuficola e di quella microbica ad essa associata L’obiettivo che si propone questa linea di ricerca è la caratterizzazione della biodiversità tartuficola e microbica ad essa associata ed il suo monitoraggio spazio-temporale con metodologie di campionamento appropriate a livello statistico. 3) Miglioramento quali-quantitativo delle produzioni in tartufaie coltivate e sviluppo di modelli previsionali. La produzione di tartufi nelle tartufaie coltivate viene sempre più a compensare la mancanza di prodotto in ambiente naturale, soprattutto per quanto riguarda T. melanosporum e T. aestivum. Tale situazione non è ancora raggiungibile per T. magnatum poiché i tentativi di coltivarlo sono andati spesso incontro a fallimento. Quindi è opportuno mettere in atto una ricerca applicata che si concentri su:
• sviluppo di tecniche di coltivazione specifiche per T. magnatum, anche quale perfezionamento del protocollo di certificazione delle piante micorrizate condiviso a livello interregionale; • perfezionamento delle tecniche di inoculazione miceliare e selezione genetica di ceppi in relazione alle caratteristiche pedo-climatiche delle stazioni di impianto per un miglioramento degli standard produttivi; • applicazione delle conoscenze acquisite con gli studi di biodiversità microbica in ambito naturale per migliorare la qualità del prodotto e favorire la permanenza del tartufo negli ambienti tartufigeni.
Sviluppo di protocolli innovativi per la certificazione dei prodotti della filiera tartufo Il rischio di frode e di erronea identificazione dei tartufi motiva fortemente l’esigenza di una tracciabilità affidabile lungo tutta la filiera tartufo. In tal senso gli sforzi dovrebbero essere indirizzati alla realizzazione di una carta d’identità univoca per ogni zona geografica vocata, comprendente un approfondimento dell’habitat della tartufaia, il bouquet aromatico distintivo della specie e dell’area geografica d’origine e la diversità genetica dei ceppi fungini. In tal senso la ricerca si potrebbe articolare attraverso le seguenti proposte di studio: • tracciabilità geografica dei tartufi pregiati mediante analisi dei composti volatili; questi dati potranno essere correlati con l’analisi della biodiversità genetica; per alcune specie di tartufo l’associazione fra composti volatili e profilo genetico potrebbe portare all’individuazione di genotipi/ecotipi qualitativamente superiori rispetto ai prodotti esistenti attualmente sul mercato; • caratterizzazione dei profili aromatici nelle fasi di sviluppo e maturazione dei carpofori di diverse specie di Tuber mediante analisi dei composti volatili, al fine di riuscire a risalire al tempo trascorso dalla raccolta dei corpi fruttiferi ed una valorizzazione del prodotto nel grado di maturazione ottimale; • produzione di modelli omologati di tracciabilità molecolare per la tutela delle produzioni regionali/nazionali. Sviluppo di nuovi marker molecolari per l’identificazione certa di diverse specie di Tuber in ogni stadio del ciclo vitale, in preparati alimentari, in conservati ed in piantine micorrizate.
Ambiti di intervento • Ricerca: progetti volti alla creazione di nuove conoscenze. Sono esclusi gli studi di fattibilità. • Sperimentazione: progetti che consentono la valutazione di conoscenze e innovazioni sul territorio regionale. • Dimostrazione: progetti che consentono la diffusione e l’adozione sul territorio regionale di conoscenze ed innovazioni tecniche consolidate
|
Criteri di eleggibilità | Il soggetti proponenti, costituiti in gruppo di ricerca, possono appartenere alle seguenti tipologie: a) organismo di ricerca ai sensi della disciplina comunitaria in materia di aiuti di stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione (2006/C 323/01) è un soggetto senza scopo di lucro quale un’università o un istituto di ricerca, indipendentemente dal suo stato giuridico o dalla sua fonte di finanziamento, la cui finalità principale consiste nello svolgere attività di ricerca di base, di ricerca industriale o di sviluppo sperimentale e nel diffonderne i risultati, mediante l’insegnamento, la pubblicazione o il trasferimento di tecnologie. b) organismo tecnico ossia un soggetto appartenente a una delle seguenti categorie: • Società a partecipazione regionale che svolgono ricerca e sperimentazione nel campo del tartufo e della tartuficoltura; • Istituti e scuole forestali e agrarie; • Associazioni di cercatori di tartufo, di tartuficoltori e loro unioni; • Consorzi operanti nel settore; • Società di servizi operanti nel settore, che ricadano esclusivamente nella categoria delle micro, piccole e medie imprese (PMI), ai sensi dell’articolo 1, paragrafo 1 lettera a) del Reg. (UE) 702/2014.
Il progetto è realizzato da un gruppo di ricerca costituito da: • un soggetto capofila, che coordina il progetto; • uno o più partecipanti. Il progetto è coordinato da un soggetto capofila che è unico referente per la Regione e beneficiario del finanziamento regionale. Il soggetto capofila coordina il gruppo di lavoro, presenta una scheda descrittiva e un preventivo di spesa complessivi per il progetto, assicura il buon funzionamento del progetto e il raggiungimento degli obiettivi, provvede al pagamento delle attività dei partecipanti. La proposta di progetto presentata deve contenere tutte le informazioni organizzative, tecnicoscientifiche e finanziarie relative all’intera durata del progetto. Il soggetto capofila individua: • un coordinatore (persona fisica) responsabile della ricerca che presenta un curriculum che assicuri la sua idoneità alla copertura del ruolo; |
Contributo finanziario
| Le risorse ammontano a 100.000,00 euro per attività di studio, ricerca e sperimentazione applicata di cui al punto 2.5 del piano di attività per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale 2021. La disponibilità indicata costituisce il limite entro il quale potrà essere disposta l’ammissione a finanziamento dei progetti presentati sul bando. Per ciascun progetto è previsto un contributo determinato sulla base delle spese ammissibili a preventivo; l’entità del contributo non potrà superare l’80% della spesa ammessa e il limite di 40.000,00 €. Sono esclusi dal finanziamento progetti il cui valore complessivo delle spese ammissibili sia inferiore a 25.000,00 €. |
Scadenza
| 31/03/2023 |
Ulteriori informazioni | All1_Bando_RicercaApplicataTartufo (regione.piemonte.it) |
Servizio offerto da Tiziana Beghin, deputato al Parlamento europeo, membro non iscritto.
disclaimer:
Le opinioni espresse sono di responsabilità esclusiva dell’autore o degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo.