L’Unione europea è già in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina nella sfida della transizione energetica.
Nonostante il prezzo del gas sia sceso negli ultimi mesi, rimane ancora troppo alto e i costi per imprese e famiglie europee sono fino a 7 volte superiori a quelli degli USA.
È dunque chiaro che non solo non possiamo più dipendere dall’estero, ma che dobbiamo anche tenere i costi energetici bassi, pena l’indebolimento della nostra competitività.
Il prossimo Consiglio sarà decisivo per recuperare il terreno perduto e non bastano le misure energetiche: l’Europa ha bisogno di un nuovo programma industriale di ampia scala per cogliere appieno le sfide della transizione.
Bisogna agire puntando su investimenti certi con fondi dedicati a questa nuova era industriale basata su energia pulita e sostenibile. Purtroppo i governi di molti Paesi, tra cui anche l’Italia, non sembrano capire che questo è il treno di un futuro che è già qui, e si ostinano a restare ancorati a modelli ormai superati…Nel frattempo il mondo va avanti anche senza di noi.
Oggi è il momento di mostrarci uniti per un Energy Recovery Fund che sarebbe vitale per l’Italia e per l’Unione: basta chiacchiere, i governi europei dimostrino con i fatti di avere a cuore il futuro delle nostre imprese e di tutti i cittadini.