Il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel apre a un nuovo SURE, il fondo europeo da 100 miliardi di euro che ha preservato il mercato del lavoro dalla crisi provocata dalla pandemia.
Consideriamo questo come un primo, ma non risolutivo, passo: SURE è stato sicuramente efficace, ma perché era accompagnato dal Next Generation EU. Ricordiamo che SURE prevede l’erogazione di prestiti agevolati per gli Stati membri, che poi vanno rimborsati e rischiano, quindi, di appesantire i bilanci pubblici nel medio-lungo termine.
Per accelerare la transizione sostenibile e per sostenere l’industria europea dalla concorrenza sleale rappresentata dal piano americano IRA serve un nuovo Recovery Fund che prevedeva anche trasferimenti a fondo perduto.
Siccome Francia e Germania beneficeranno di norme più flessibili sugli aiuti di Stato, agli altri Paesi europei, Italia compresa, vanno garantite parità di condizioni, altrimenti gli squilibri nel mercato interno aumenteranno, con danni ingenti per tutta l’Unione europea.
Partire da subito con un accordo europeo su SURE per superare le resistenze di alcuni Stati membri, come propone Michel, ha un senso SOLO se si mira ad affiancargli uno strumento più forte e più solidale come un nuovo Recovery Fund.