TORINO E MILANO CAPITALI DELLO SMOG

30 Gennaio 2023

Anno nuovo, vita vecchia. Il consueto rapporto annuale di Legambiente Onlus “Mal’aria”, che fotografa l’inquinamento ambientale delle principali città italiane, è a dir poco DRAMMATICO.

La maglia nera, in questa poco onorevole classifica, spetta a Torino e Milano, ma la situazione è critica anche in centri di dimensioni più contenute come Asti, Alessandria, Modena e Padova.

Nel 2022 sono state 29 su 95 le città che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10: il podio vede in testa Torino con 98 giorni, poi Milano con 84 e Asti con 79.

Ma se si analizzasse la condizione attuale rapportandola ai nuovi target europei pervisti al 2030, si assisterebbe a un’autentica caporetto: ad essere fuorilegge sarebbe il 76% delle città per PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per il biossido di azoto.

Non si tratta, solamente, di un problema ambientale, ma anche di salute pubblica: l’Italia, registra un triste primato con più di 50 mila decessi all’anno da PM2.5, circa il 20% di quelli registrati in tutto il Continente.

Ammesso e non concesso che altri Paesi UE potrebbero avere parametri differenti per valutare questi dati, è chiaro a tutti (o forse al governo no?) che la situazione necessiti di una decisa inversione di marcia.

Ovviamente puntando su una mobilità più sostenibile, ma Legambiente sottolinea anche l’importanza di un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, con un plauso particolare per il nostro Superbonus.

Meloni e c. lo capiranno?

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